HOME » Farmaci antiepilettici: evoluzione delle nostre conoscenze e cambiamenti nelle sperimentazioni farmacologiche

Farmaci antiepilettici: evoluzione delle nostre conoscenze e cambiamenti nelle sperimentazioni farmacologiche

Estratto da “Farmaci antiepilettici: evoluzione delle nostre conoscenze e cambiamenti nelle sperimentazioni farmacologiche.” Prof. Emilio Perucca Presidente della International League Against Epilepsy Division of Clinical and Experimental Pharmacology, Dipartimento di Medicina Interna e Terapia, Università di Pavia.

 



Gli studi clinici forniscono le prove necessarie per un uso razionale dei farmaci. L’evoluzione delle sperimentazioni farmacologiche segue in gran parte l’evoluzione dei requisiti normativi. Questo articolo riassume i cambiamenti metodologici nelle sperimentazioni di farmaci antiepilettici e i progressi associati nella conoscenza a partire dal 1938, anno in cui è stata introdotta la fenitoina e anche l’anno in cui è stata provato come sicuro il requisito per la commercializzazione di farmaci negli Stati Uniti.

Il primo periodo (1938-1969) vide l’introduzione di oltre 20 nuovi farmaci per l’epilessia, molti dei quali non resistevano alla prova del tempo. Solo poche prove ben controllate sono state completate in quel periodo e i progetti di prova erano generalmente non ottimali a causa di vincoli metodologici.
Il periodo intermedio (1970-1988) non ha visto l’introduzione di nuovi farmaci importanti, ma hanno avuto luogo importanti progressi terapeutici  per merito di una migliore comprensione delle proprietà dei farmaci disponibili. Il valore del monitoraggio terapeutico dei farmaci e della monoterapia sono stati riconosciuti durante il periodo intermedio, che ha visto anche importanti miglioramenti nella metodologia di sperimentazione.

L’ultimo periodo (1989-2019) è stato il periodo dell’introduzione di farmaci di seconda generazione e di ulteriore evoluzione nella progettazione delle sperimentazioni in monoterapia e terapia aggiuntiva. L’espansione del corredo farmacologico ha migliorato le opportunità di adattare il trattamento farmacologico alle caratteristiche dell’individuo. Tuttavia, non ci sono ancora prove adeguate per guidare la selezione di trattamento per la maggior parte delle sindromi di epilessia, specialmente in bambini. I farmaci di seconda generazione hanno avuto un impatto molto modesto sulla resistenza ai farmaci ed è necessario un cambiamento nel paradigma per la scoperta e lo sviluppo di farmaci, concentrandosi su trattamenti che mirano alle cause e ai meccanismi dell’epilessia piuttosto che ai suoi sintomi. Il test di potenziali agenti modificatori della malattia richiederà progetti di sperimentazione innovativi e nuovi endpoint e, si spera, porterà all’introduzione di terapie più sicure ed efficaci.

Condividi